
Ap…punti di vista Milan-Monza
Ho letto molti commenti sorpresi dopo la partita di ieri a San Siro con il Milan, molti catastrofisti ipotizzano gli scenari peggiori per questa squadra da qui a pochi mesi.
In realtà quella di ieri resta una prestazione opaca, forse la più opaca della gestione Palladino, in mezzo a un campionato che sta semplicemente rispettando i valori che questa squadra esprime.
Forse qualcuno dimentica quello che è successo questa estate, il 12 giugno (la morte di Silvio Berlusconi) forse qualcuno dimentica che questa rosa in estate ha perso pedine chiave, decisive nello straordinario cammino della scorsa stagione. E forse ancora qualcuno dimentica le varie defezioni alla rosa che attanagliano il mister nelle sue scelte.
Non è detto infatti che se ci fossero stati i vari Izzo, Gomez, Caprari, avremmo vinto a Milano o fatto molto di più, ma certo non averli toglie armi e risorse al tecnico campano.
Il “vero” Monza
Il Monza è questo, è una squadra che gioca alla pari con tutte quelle dalla metà in giù della classifica (e quando parlo di metà, intendo dal sesto, settimo posto in giù) vincendo spesso e volentieri gli scontri diretti con chi le sta dietro, gran cosa per una formazione che deve esclusivamente salvarsi, altra cosa che qualcuno dimentica troppo facilmente.
Il Monza è squadra che perde spesso, praticamente sempre, con chi sta in alto in classifica, alle volte giocando alla pari, come con Roma e Juventus, alle volte dignitosamente come accaduto con l’Inter, altre in maniera netta e fragorosa come successo con Atalanta e Milan. I biancorossi sono una squadra che quest’anno riscontra delle difficoltà evidenti e maggiori rispetto allo scorso campionato. In primis in chiave offensiva certo, in fase di costruzione, nel passaggio decisivo, probabilmente anche in alcuni uomini che non stanno rendendo come lo scorso anno o come ci si poteva attendere.
Poco male, il nostro campionato non è questo; le soddisfazioni di andare a vincere a Milano con l’Inter, due volte con la Juve, con il Napoli campione d’Italia, ce le siamo tolte la scorsa stagione, nessuno le potrà mai cancellare dalla nostra memoria e dal nostro cuore, ma quest’anno è bene navigare a vista, ricordarsi sempre da dove si viene e dove si vuole andare, ovvero verso un altro anno di Serie A, cosa che sarebbe un risultato straordinario per una squadra, e una società, che deve capire cosa vuole fare da grande e che solo pochi anni fa calcava i polverosi campi della periferia italiana.
Lorenzo Titaro