
Idee e mentalità, vere lacune di questo Monza
Gli episodi, i dettagli, spesso sono la chiave di lettura delle situazioni della vita. Però poi c’è anche il lavoro, la qualità individuale, l’intelligenza personale e… un pizzico di fortuna. Una squadra in fondo alla classifica che ha vinto una partita su 15 in campionato, che prende gol con tutti, che segna pochissimo, che va spesso in svantaggio non si trova in questa condizione solo per la cattiva sorte. Si trova in questa condizioni perché per molte partite non ha avuto un’idea di gioco, perché ha un allenatore che non trasmette la giusta mentalità per approcciare alle partite, dovendole sempre rincorrere, perché lo stesso allenatore non ha il coraggio di incidere con i (pochi a dire il vero) cambi che ha a disposizione, perché poi, alcuni elementi di questa rosa sono inadeguati a stare dove stanno e altri, che sarebbero anche molto bravi, senza fare nomi, si intestardiscono con giocate funamboliche in serate in cui gli viene difficile anche correre causando “più danni della grandine”.
La componente “sfortuna” non può essere un alibi
La sfortuna certo, quella c’è, incide, ma se tiri 30 volte e la porta la imbrocchi due, puoi recriminare in parte ed in parte prendertela con la foga, la fretta di dover sempre recuperare. I dettagli contano, come conta una tifoseria che ancora sostiene e incita la squadra (che saluta sempre e solo una parte dello stadio, come se gli costasse troppo girarsi anche verso gli altri settori). I dettagli, come sapere che se fai il giro di boa del campionato con 10/12 punti ne dovrai fare oltre 20 nella seconda parte di campionato, missione che oggi pare impossibile nonostante un campionato in basso alla classifica di scarsissimo livello, tanto che con due vittorie il Monza sarebbe a metà della graduatoria. I dettagli, quelli che a Lecce se si vuol sperare di respirare ancora non dovranno più essere trascurati.
Lorenzo Titaro