L’imbarazzante rumore del silenzio

Il Monza continua nella sua fase calante e i tifosi insorgono, chiedendo a gran voce l’esonero di Nesta come “segnale forte” della società. Il problema però è proprio questo: quale società? O meglio, la società in questo momento è come un trucco del prestigiatore: c’è… ma non si vede. Qui però non c’è nessun trucco e nessun inganno, solo la palese realtà di una proprietà che non sa come disfarsi di una società calcistica che considera ormai alla stregua di un ingombrante fardello, dopo la dipartita di colui che ha creato il “bel giocattolino”: Silvio Berlusconi. E qui entra in gioco un’altra palese realtà: a chi vendere? Come risaputo, non c’è la fila di potenziali acquirenti alla porta di Fininvest, i “rumors” degli ultimi mesi hanno lasciato spazio a un imbarazzante silenzio che è lo specchio di una realtà avvilente. Non spetta a noi dire se e quanto i tifosi abbiano ragione di protestare e di essere preoccupati, classifica alla mano e una squadra che non sembra in grado di imprimere al proprio destino una decisa virata verso il meglio.

 

Le ragioni della testa, oltre che del cuore…

 

Il cuore spinge verso la riconoscenza eterna nei confronti di chi ha permesso al Monza di coronare il sogno della serie A dopo ben 110 anni di storia, la testa impone invece delle serene riflessioni, partendo dal presupposto che non si può vivere di ricordi. E allora… che fare? Aspettare fiduciosi che accada qualcosa, oppure continuare a pretendere dalla proprietà una maggiore trasparenza e comunicazione? A voi la scelta, un mix di testa e di cuore, su dove sia opportuno schierarsi. Senza eccessi, possibilmente, e non dimenticando mai la sostanza di cui erano fatti i nostri periodi più neri nella lunga storia a tinte bianche e rosse.

 

Gianni Santoro

 

(Foto di Alessandro Riva)