
A proposito delle feroci critiche a Galliani…
Nelle ultime settimane leggo sui social una sequela di feroci critiche nei confronti di Adriano Galliani. Faccio una premessa: non sono l’avvocato difensore dell’ex amministratore delegato del Monza, che peraltro non ne ha bisogno.
Condivido molte delle contestazioni mosse dai tifosi, della prima ora e non solo. A mio parere il suo prolungato silenzio nella scorsa stagione è stato un errore, perché il vero condottiero si vede anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Troppo facile comparire sorridente in tv quando si vince contro Inter, Juventus o Milan e abbandonare lo stadio anzitempo quando si continua a perdere (senza neppure la sosta in Duomo). Mandare in sala stampa il malcapitato Bianchessi nel giorno della matematica retrocessione è stata un’altra mossa poco elegante, perché i tifosi meritavano una parola di scuse, ma anche una assunzione di responsabilità – almeno parziale – per un campionato così triste e tribolato.
Però. Sarei curioso di scoprire quanti dei censori attuali esaltavano il prode Adriano quando il Monza è salito in serie A e per le due stagioni successive in massima serie con una sorprendente qualità di gioco e di risultati (per un anno e mezzo almeno) grazie a Raffaele Palladino (che in prima squadra qualcuno ce lo avrà portato…). Galliani ha convinto Silvio Berlusconi a ritornare nel calcio, non mi pare poca cosa. Galliani ha speso male? E’ vero, almeno in parte, ma anche per l’obbligo di vincere subito come voleva l’amico presidente, quindi senza il tempo di programmare un percorso di medio periodo per crescere gradualmente.
Nel calcio sappiamo quanto sia facile spendere tanto senza risultati pari alle attese: succede ovunque, in club grandi e piccoli. Potremmo fare un elenco, anche in presenza di dirigenti navigati e di spessore. Nel mondo del pallone spesso è bravo chi limita gli errori. Ritenere che tutti i successi recenti del Monza siano un esclusivo merito dei generosi investimenti di Berlusconi mi pare un’analisi ingenerosa (per Galliani) e grossolana. Peraltro gestire la transizione dalla passione (e dai soldi) di Berlusconi al disinteresse di Fininvest non credo che fosse un esercizio agevole.
Un’altra contestazione dei tifosi. Galliani si è legato troppo a certi procuratori, più volponi che amici aggiungo io. Ma almeno fino al marzo 2024, non mi pare che in tanti abbiano gridato allo scandalo perché i risultati arrivavano. Già, i risultati. Forse un po’ tutti dovremmo crescere nella cultura sportiva, per la quale la distanza fra vittoria e sconfitta è minima e spesso legata a fattori imponderabili, casuali e non prevedibili. Basti dire degli infortuni.
Che la precedente società abbia commesso tanti errori è evidente, quanto incontestabile. Che però Galliani in dodici mesi sia diventato il peggior dirigente del calcio e la sciagura del Monza, come lamentano tanti sostenitori, mi sembra eccessivo e profondamente scorretto per un uomo che, comunque, ha amato e ama i colori biancorossi. Chissà, magari qualcuno adesso contesta perché è sceso dalla giostra sulla quale prima viaggiava comodo…
Come con un figlio, talvolta si può sbagliare perché si vuole troppo bene, per eccesso di zelo, perché ti muove il cuore più che la ragione. Mi piacerebbe che il giudizio sull’ex amministratore delegato fosse più equilibrato, anche per una uscita di scena più serena, che a mio giudizio meriterebbe. Peraltro Galliani non faceva la formazione e non scendeva in campo: non mi pare un dettaglio trascurabile…
Andrea Guazzoni