Valentino Giambelli, l’immagine perfetta del presidente “Made in Brianza” (6a p.)

Valentino Giambelli era, a modo suo, un uomo brillante, amante delle solide e potenti vetture della casa automobilistica Mercedes. Le guidava personalmente, schiacciando spesso e volentieri l’acceleratore più del dovuto. Solo se stanco e provato dal duro lavoro settimanale, la domenica, per le lunghe trasferte al seguito del Monza, finiva per cedere il volante della sua auto. Lo faceva però coinvolgendo esclusivamente il giornalista di fiducia Giancarlo Besana, ritenuto da lui valido ed esperto guidatore, oltre che amico da parecchi anni. Del resto anche il suo medico sociale, il famoso ortopedico e traumatologo sportivo professor Danilo Tagliabue, era solito affidare solo al cronista brianzolo la sua splendida De Tomaso Pantera per le operazioni di parcheggio all’interno dello stadio Sada, in occasione delle partite casalinghe di campionato. Un altro rappresentante della carta stampata, Carlo Gaeta, pur non avendo mai avuto il privilegio di pilotare una delle velocissime vetture del presidente, ha, però, al riguardo, un simpatico aneddoto da proporre ai lettori.

 

Il giornalista Carlo Gaeta ricorda il presidente al volante della sua Mercedes 500 SEL

 

‘’Valentino Giambelli – spiega il giornalista monzese -, era un uomo dall’intraprendenza unica. La fotografia perfetta del self made man brianzolo. Uno che si era fatto da solo, con sacrificio, animato sempre da sana passione, per tutto. Anche per i fiori e gli alberi, oltre che per il mattone e il pallone. Un uomo capace d’inventarsi un’azienda quasi dal nulla e di portarla ai vertici. Con capacità, vivacità e visione. Casualità ha voluto che, per un paio d’anni, dal 1999, dopo la sua cessione del Monza Calcio al friulano Fazzolari, mi trovassi a ricoprire il ruolo di addetto stampa della società. La vita, il più delle volte, non riesce a farti concretizzare i sogni. E così, a parte per il ‘Brianteo’, il giornalino della società uscito a fine anni Ottanta, non ho mai avuto il piacere di poter vantare collaborazioni dirette con il buon Valentino, per il quale nutrivo grande stima ed epidermica simpatia. Questo, al di là di qualche vivace e simpatica discussione, che, nel gioco delle parti, ci stava. Non posso così dimenticare i numerosi incontri e le telefonate, o per meglio dire… le irruzioni telefoniche, verificatesi con lui, ai tempi delle mie collaborazioni con varie testate nazionali e locali, a partire da Il Giornale, che allora aveva pagine dedicate alla metropoli, nelle quali lo sport locale, soprattutto al martedì, trovava grande spazio. E l’articolo sul Monza qui non mancava mai.

 

L’animata chiacchierata del dopo partita (o del lunedì) con il presidente

 

Così come era diventata consuetudine l’animata chiacchierata del dopo partita o del lunedì con il ‘Pres’ che, quando si trattava di parlare del Monza, mollava pure il lavoro, ritenuto sacro in Brianza. Le sue battute erano manna per uno ‘scrivente’ come me, anche se alcune non sempre riportabili sulle colonne del giornale. Adesso, stimolato dalla narrazione, sto correndo con la memoria al fianco di Giambelli, sulla sua splendida Mercedes 500 SEL, mentre, in compagnia del giovane direttore sportivo Beppe Marotta, del collega Mario Bonati e di un amico del Valentino, si viaggiava per una trasferta in terra toscana, credo a Livorno. Favorito dagli oltre 200 cavalli della vettura tedesca, il presidente, mentre intratteneva amabilmente noi viaggiatori, pigiava di brutto sull’acceleratore per arrivare in tempo a salutare la squadra prima dell’inizio della gara. Immersi nella piacevole conversazione, con il panorama a lato che ci sfuggiva velocemente, io e Beppe, a un certo punto, guardammo preoccupati il contachilometri e, nel contempo, ci rendemmo conto di essere in pratica già arrivati. Del resto Valentino, nella sua dinamica vita, ha sempre corso e puntato in alto. Proprio come sembrano farlo le dita bianche di quei suoi grattacieli che solcano il cielo di Vimercate.’’.

 

(Fine sesta parte)

 

Enzo Mauri