Monza Inter

Monza-Inter 2-2, poi ai rigori vincono i nerazzurri

Quasi tredicimila presenze all’U-Power stadium per l’amichevole di lusso del Monza contro l’Inter, l’ultimo test prima dell’esordio in Coppa Italia (con il Frosinone) e in campionato (con il Mantova). Bel colpo d’occhi in tribuna, ma desolatamente deserta la curva biancorossa, con i tifosi ancora in protesta. Ci vorrà tempo e pazienza per rimarginare le ferite della rovinosa caduta in serie B, ma forse sarebbe meglio dare un taglio al recente passato e ripartire. Si vedrà.

 

Nel primo tempo, dopo un avvio un po’ contratto, il Monza ha preso le misure all’avversario e nel giro palla ha mostrato una buona disinvoltura. Con i ritmi bassi, complice il gran caldo, i biancorossi hanno fatto nel complesso una bella figura, senza concedere granché a Bonny (il più pericoloso dell’Inter). Fin troppa sicurezza nella costruzione dal basso, con qualche uscita forzata e pasticciata. Poco oltre la mezz’ora il vantaggio firmato da Ciurra, dimenticato in area dalla difesa nerazzurra e ben imbeccato da Caprari (a tratti inspirato), non è stato proprio una sorpresa clamorosa. Nel recupero un pasticcio di Birindelli, che ha deviato nella porta sbagliata un innocuo cross di Di Marco, ha ristabilito la parità.

 

Ripresa che si apre con il bel gol (colpo di tacco) di Esposito, che elude Izzo e corregge in rete la conclusione di Darmian, poco dopo Bonny a centro area fallisce la più comoda delle palle gol e di testa alza la mira. Monza in apnea, con Ganvoula (subentrato all’infortunato Dany Mota) innocuo terminale offensivo. Per tutta la ripresa in avanti le solite difficoltà. Poi la girandola dei cambi, compresi gli ultimi arrivati Azzi, Ravanelli e Delli Carri. Dal ’78 in campo dieci giocatori differenti da quelli iniziali per un utile rodaggio in vista del calcio che conta davvero.  Finale a sorpresa con il pareggio di Azzi, che sorprende la difesa nerazzurra e buca Martinez.

 

All’insaputa dei più, per assegnare la vittoria si va ai rigori. L’Inter la spunta per l’errore di Sardo dal dischetto.