
Riecco il “Borussia”, condannato a fare bene
Non sarà come il Bologna degli anni d’oro, “Lo squadrone che tremare il mondo fa” e nemmeno il Mantova “Piccolo Brasile” delle meraviglie, c’è però almeno sulla carta – per questo Monza uscito fortunosamente indenne dalla sessione estiva del calciomercato – la possibilità di tornare a essere il “Borussia della Brianza”. Che i biancorossi possano diventare l’undici da battere in questa Serie B 2025-2026 è un dato di fatto non privo di insidie. La rosa uscita dalle negoziazioni di fine agosto è infatti di quelle che non lasciano alibi a società, allenatore e agli stessi giocatori: questa squadra è “condannata” a fare bene. Troppa la qualità che il mister Paolo Bianco può mettere in campo, soprattutto calcolando che altrettanta resterà seduta su una panchina insolitamente lunga. A ben vedere, nel modulo 3-4-2-1 prediletto dal tecnico foggiano c’è copertura doppia, e a volte anche tripla, per ciascun ruolo.
La rosa a disposizione, ruolo per ruolo
In porta, Demba Thiam – pur lontano dal miglior estremo difensore dei tempi recenti, Michele Di Gregorio – è un portiere reattivo e sufficientemente affidabile, che però deve stare attento a non allontanarsi troppo dai pali… Ha un cambio di indubbio valore: Semuel Pizzignacco, stimato dai tifosi e che molti vorrebbero addirittura titolare. Insomma, la porta è in buone mani. Sulla difesa molto è stato fatto durante il mercato: la colonna, per ragioni caratteriali prima ancora che tecniche, è Armando Izzo, ormai idolo della tifoseria monzese. Gli innesti di Ravanelli e Lucchesi hanno già contribuito a puntellare il reparto, con l’ex viola già considerato fondamentale in campo. Ma nel reparto c’è abbondanza e interscambiabilità dei ruoli: Carboni è un giocatore a lungo inseguito anche da club di A, che potrebbe aver voglia di mettersi in mostra e riprendersi una maglia da titolare. Brorsson, Delli Carri e Capolupo garantiscono fiato e soluzioni, cui potrebbe aggiungersi a partire da gennaio anche una vecchia conoscenza come Valentin Antov, una volta ultimato il recupero post-operatorio. In mezzo al campo, la coppia Pessina-Obiang non sembra temere rivali, ma pronti a subentrare ci sono Colombo, Sardo e Zeroli (ora infortunato). Sugli esterni, Birindelli e Ciurria sono l’usato garantito, la sorprendete novità è il brasileiro Paulo Azzi pendolino sulla sinistra, Bakoune potrebbe essere l’uomo in più. Sulla tre quarti c’è – letteralmente – l’imbarazzo della scelta: si va da nomi nel giro delle rispettive nazionali (Colpani, Keita, gli stessi Mota e Pessina che pure possono giocare in altre posizioni) a profili di qualità come Caprari e Galazzi, fino al giovane Forson. Piedi buoni e fantasia, insomma. E là davanti? Quella della punta è da anni la nota dolente del Calcio Monza e tutto sommato di moltissime squadre italiane di A e B. Lontani gli anni dei bomber di provincia, questa è un’epoca calcistica in cui abbondano i giocolieri veri e presunti e difettano i finalizzatori. Teoricamente, sebbene con qualche riserva sui poco prolifici trascorsi italiani, è all’uruguagio Alvarez che l’allenatore dovrebbe consegnare le chiavi dell’attacco. Tornasse anche la metà del killer d’area che fu ai tempi della militanza sudamericana, non ce ne sarebbe per nessuno. Dany Mota non è un centravanti di ruolo, ma ormai ha dimostrato (peccando purtroppo in continuità) di potersi adattare, estraendo di quando in quando dal cilindro dei gol da cineteca. Molti non lo amano, ma un Andrea Petagna finalmente in forma e con voglia potrebbe rivelarsi una sorpresa: la tecnica non gli manca. Anche Maric può servire, aiutato dal fisico, a tenere alta la squadra nei momenti di maggior sofferenza.
La testa e la voglia dei “senatori”
E dunque? Sarà una passeggiata? Tutt’altro: essere i più forti significa che tutte le avversarie sapranno di dover dare il massimo per superarci, rendendo tutto più difficile per i bagaj. Essere condannati a fare bene, anzi meglio, richiederà doti non soltanto tecniche (che ci sono), ma anche agonistiche e caratteriali (mancate totalmente nella passata stagione). E anche il sostegno del pubblico: in casa, soprattutto, e possibilmente anche in trasferta. La domanda che tutti ci facciamo è la stessa: i “senatori” che hanno a lungo rischiato – e premuto – per tornare a calcare il palcoscenico della Serie A, magari sperando in una convocazione in nazionale, avranno testa e voglia per rimboccarsi le maniche in cadetteria? Il buonsenso suggerirebbe una risposta affermativa: è loro interesse, per tornare ad avere stima in loro stessi e valore sul mercato. Certo, molti a gennaio potrebbero andar via. Ma qui sta il punto: per allora, il Monza dovrà essere talmente tanto in corsa per la promozione da far passare a molti suoi “gioielli” la voglia di cambiare aria.
Alan Patarga