Enzo Radaelli, presidente del Monza nello storico spareggio di Bergamo (2a p.)

L’avventura di Enzo Radaelli alla presidenza dell’AC Monza, nella stagione 1965-1966, non iniziò dalla prima giornata di campionato, come da tradizionale prassi, bensì a torneo in corso. L’insediamento avvenne infatti solo dopo l’elezione effettuata dal ‘Comitato di Reggenza’, subentrato al dimissionario Claudio Sada, arrivato al capolinea calcistico logoro da una decina d’anni di duro lavoro per mantenere il club biancorosso a dignitosi livelli.

 

Prima mossa: la panchina a Vincenzo Rigamonti, ex portiere di Torino e Monza

 

Per prima cosa il geometra brianzolo affidò la panchina a Vincenzo Rigamonti, ex portiere del Torino in Serie A (In un derby perso 4-1 contro la Juventus, nel campionato 1957-1958, sul risultato di 2-1 parò un calcio di rigore a Boniperti) e del Monza in ‘B’, dove, in quattro stagioni collezionò un totale di 127 presenze. Il nuovo trainer, alle prime esperienze da tecnico, ma profondo conoscitore delle caratteristiche essenziali dei custodi della rete, avendo totalizzato in carriera tra i pali 110 schieramenti in Serie A e 168 in ‘B’, affidò subito la difesa della porta a Santino Ciceri, esperto estremo difensore del Verona dal 1959 al 1964, con 158 gettoni di maglia Numero 1 all’attivo. Ottima anche la riserva: Luciano Castellini, in crescita per meritarsi il soprannome di ‘Giaguaro’. Rigamonti sostituì poi l’attaccante Romano Taccola con il giovane e promettente regista Claudio Sala, cresciuto nelle giovanili biancorosse. Il futuro ‘Poeta del gol’ trovò spazio tra il centrocampista Dario Cavallito, proveniente dalla Spal, il ‘fresco’ attaccante ex blucerchiato Gian Piero Ghio e i confermati Eugenio Bersellini, Giancarlo Prato, Giuseppe Ferrero, Guido Vivarelli, Ulderico Sacchella e Remo Vigni. Per il reparto difensivo e di copertura a centrocampo, Rigamonti si affidò ai collaudati Alfredo Magni, Franco Fontana, Mariano Melonari, Livio Ghioni, Edoardo Trivulzio, Mario Perego e Cesare Mavero. La squadra partì discretamente bene, chiudendo il girone d’andata a metà classifica, con 18 punti in 19 partite, ma scoppiò nel ‘ritorno’, con ben 5 sconfitte consecutive nelle battute conclusive, finendo in piena zona retrocessione. A settembre, almeno sulla carta, la squadra non sembrava malaccio, ma cammin facendo si perse. Radaelli, al termine della trentacinquesima giornata, si vide così costretto a giocarsi il tutto per tutto, sostituendo Vincenzo Rigamonti con Bruno Dazzi, attaccante biancorosso dal 1948 al 1952, con un’altissima media realizzativa (risulta tuttora il miglior marcatore della storia dell’AC Monza). Il nuovo tecnico, che aveva chiuso la carriera da giocatore proprio in Brianza, con una sola apparizione in maglia biancorossa nel torneo 1959-1960, con appena due pareggi negli ultimi tre incontri stagionali non riuscì a compiere il miracolo e la compagine di Enzo Radaelli finì mestamente in ‘C’.

 

Il vecchio stadio “Città di Monza” diventa “Gino Alfonso Sada”

 

Di rilievo, nel corso dell’annata, solo l’intitolazione, il 3 dicembre 1965, del vecchio stadio ‘Città di Monza’ a Gino Alfonso Sada (l’impianto sportivo conservò il nome di ‘San Gregorio’ fino alla fine della stagione1952-1953, poi, da quella successiva, fino alla conclusione dell’annata 1964-1965, fu chiamato ‘Città di Monza’, nonostante la permanente presenza, anche ai giorni nostri, della cappelletta dedicata al santo, dietro il piazzale adibito a parcheggio di servizio, ultima testimonianza dell’omonimo e antico cimitero cittadino, in funzione fino al 1930).

 

(Fine seconda parte)

 

Enzo Mauri