
Cappelletti, il grande “Sciur Giuan”, amato presidente biancorosso negli anni ’70 (2a p.)
Nella stagione 1976/77, sotto l’egida del presidente Giovanni Cappelletti, con il suo stadio imbattuto il Monza (ribattezzato dai suoi tifosi e da alcuni giornalisti ‘Il Borussia della Brianza’) avrebbe di certo meritato, a detta di tutti, la Serie A, ma il calo di condizione accusato negli ultimi turni della stagione dagli stanchi giocatori finì per compromettere, sul più bello, il risultato finale. Affidata, per il terzo anno consecutivo, la panchina ad Alfredo Magni, la squadra brianzola del “Sciur Giuan”, sempre più gongolante per le prestazioni e le vittorie dei suoi ragazzi, presentò in quest’ultima stagione un’ottima difesa, la migliore del torneo con solo 27 reti subite, e tre attaccanti che totalizzano complessivamente 34 reti (15 Ugo Tosetto, 11 Gigi Sanseverino e 8 Ariedo Braida).
La disfatta di Modena, caratterizzata dall’autorete di Michelazzi a 7 minuti dal termine
Dopo essere stato al comando solitario al termine della 34a giornata, il pareggio casalingo a reti bianche con il Cagliari, al penultimo appuntamento stagionale, fece scivolare i brianzoli al secondo posto in classifica. L’incubo si materializzò poi il 19 giugno 1977, nella trasferta di Modena, con la sconfitta di misura per 2-1, che vide scendere il Monza al quinto gradino della graduatoria finale. Ai biancorossi, beffati all’84’ da una clamorosa autorete di Michelazzi dopo il gol del momentaneo pareggio di Buriani al 66’, rimase la magra consolazione del punteggio record (48 punti) mai raggiunto precedentemente tra i ‘cadetti’. L’annata seguente il Monza si presentò ai nastri di partenza non più da squadra rivelazione, ma come seria pretendente per la promozione. Trascinati dalle 15 reti di Massimo Silva i brianzoli rincorsero, con un grande finale di torneo, l’Avellino e il Catanzaro, ma la sconfitta di Pistoia alla penultima giornata, spense anche questa volta i sogni di promozione della compagine monzese, quarta, a solo due lunghezze dalle rivali promosse.
Il Lecce, “bestia nera” del Monza già clamorosamente nel 1979
Nella stagione 78/79 mister Alfredo Magni, riconfermato alla guida tecnica, mantenne la sempre più spettacolare formazione biancorossa nei quartieri alti della classifica, quasi stabilmente in zona promozione, ma mancò clamorosamente il passaggio diretto in Serie A alla penultima giornata di campionato per un’incredibile sconfitta allo stadio Sada. Il Monza, nella gara contro il già salvo Lecce, perse infatti 1-0 per un eurogol di Loddi al 41° del primo tempo e calcio di rigore parato da Vannucci a Silva al 77°. Il Pescara, battendo la Pistoiese in casa per 3-0, raggiunse il Monza al terzo posto a quota 46. Nell’ultima giornata vinsero sia gli abruzzesi che i brianzoli, così si rese necessario uno spareggio da disputare sul campo neutro di Bologna. Il 1° luglio 1979, allo stadio Comunale, la squadra di Angelillo, sorretta da circa trentamila tifosi (contro i circa tremila arrivati dalla Brianza), batté senza troppa fatica i frastornati biancorossi, bocciati di nuovo e costretti a scrivere un altro capitolo beffardo della loro pur bella e affascinante storia. Nell’annata seguente, con un’altra ottima stagione, suffragata da 42 punti in classifica, il Monza chiuse al quinto posto, a 3 lunghezze dalla zona promozione, sancendo così la fine dello sfortunato periodo d’oro degli anni Settanta, coincidente anche con il termine della presidenza Cappelletti. Con l’inizio degli anni Ottanta il numero uno della società biancorossa, avvilito, oltre che dalle mancate promozioni sfiorate in più occasioni dai suoi ragazzi, anche da certe antipatiche voci circolate in città, passò il timone al geometra Valentino Giambelli, apprezzato costruttore di Omate, conosciuto pure lui in tutta la Brianza. Secondo alcuni contestatori di casa, il mitico ‘Sciur Giuan’, preoccupato per l’inesistenza in Brianza di uno stadio adeguato alla Serie A e la mancanza dei fondi necessari per allestire una formazione competitiva, capace di non sfigurare nella massima categoria, nelle ultime partite delle pur gloriose stagioni avrebbe preferito frenare, nel momento cruciale, gli entusiasmi della squadra, accontentandosi del già ottimo piazzamento in classifica alle spalle delle neo promosse.
(Fine seconda parte)
Enzo Mauri