
Cappelletti, il grande “Sciur Giuan”, amato presidente biancorosso negli anni 70 (3a p.)
Giovanni Cappelletti, uomo stimato e distinto, un po’ appesantito negli anni della presidenza biancorossa, non più sorretto da quel fisico atletico vantato nelle esperienze calcistiche giovanili, brava persona, umana, sempre gentile, disponibile e comprensiva con tutti, mai irascibile, neppure nei momenti delle incredibili sconfitte del suo Monza, grande competente di football, con una spiccata predilezione per il bel gioco e per il lancio dei giovani del proprio nutrito vivaio, era anche un apprezzato industriale.
Ai vertici della Cremona spa come dell’A.C. Monza
Prestava la sua sapiente opera ai vertici della Angelo Cremona S.p.A., azienda leader a livello mondiale nel campo dei macchinari per l’industria del compensato e del tranciato, con origini datate 1892 e sede a Monza. Il presidente dei biancorossi aveva fissato il suo quartier generale per pranzi e cene (ma soprattutto per gli incontri a tema calcistico) presso ‘Le Quattro Stagioni’, un accogliente e storico ristorante situato a Cinisello Balsamo, poco distante dalla sua abituale sede di lavoro. Qui, tra una portata e l’altra, Roberto Antonelli finì al Milan, Pulici trovò una dislocazione provvisoria prima di passare all’Ascoli e la coppia dei sogni Buriani-Tosetto raggiunse in un baleno l’Olimpo della Serie A. A fianco del raffinato locale frequentato dal presidente si trovava, in un sotterraneo, una delle più note sale da bowling del milanese, ma non ci risulta che il ‘Sciur Giuan’, vuoi per la scala d’accesso particolarmente ripida da affrontare, che per la sua spiccata predilezione più per il pallone di cuoio che per le palle in resine sintetiche, ci abbia mai messo piede. Il 30 maggio 1979, tre giorni dopo il successo del Monza per 1-0 al Sant’Elia di Cagliari grazie a una rete di Penzo, con la formazione biancorossa lanciatissima verso la Serie A, il locale ‘Le Quattro Stagioni’ ospitò un’altra significativa tappa della storia della società biancorossa: l’ultimo accordo tra il presidente Cappelletti e Alfredo Magni. Sul piatto una nuova collaborazione, la quinta da inizio campionato sulla panchina biancorossa, e da siglare prim’ancora di conoscere l’esito del torneo, ormai alle battute conclusive (lo spettro dello spareggio di Bologna, contro il Pescara, era ancora lontano alcune settimane). Per l’ importante intesa tra Alfredo Magni e il presidente Giovanni Cappelletti quella sera il copione subì, però, un insolito e radicale cambiamento. L’atteso ‘sì’ non scaturì infatti, come ipotizzabile, durante la cena, con commensali, oltre ai due personaggi già citati, il segretario generale Sergio Sacchero, il direttore sportivo Livio Ghioni, la ‘matricola’ Franco Fontana detto ‘Jimmy’ e tale Giani, un consigliere brianzolo di fresca nomina. La conferma del trainer brianzolo vide bensì la luce, a sorpresa, in condizioni davvero particolari. La cena, in quella serata, era volata via più veloce del solito e al vecchio ‘Sacco’, come veniva chiamato il segretario Sacchero dagli addetti ai lavori, venne una strana idea. Considerando l’orario non proprio proibitivo, suggerì a tutti i partecipanti la posticipazione del ritorno a casa, proponendo al gruppo un’originale partita a scopa. Al tavolo quadrato presero così posto, uno di fronte all’altro, Sacchero e Fontana come prima coppia, nonché Ghioni e Giani come duo sfidante. Seduti in un angolo, ad assistere al gioco, si posizionarono Alfredo Magni e Giovanni Cappelletti, quest’ultimo non proprio entusiasta della proposta del suo collaboratore e decisamente annoiato nell’osservare la svogliata disputa a carte. Il presidente, allora, pensò bene di movimentare l’epilogo della serata con un colpo da maestro. Prese in disparte il suo trainer, pure lui scocciato dal fatto di dover trascorrere le ultime ore della giornata vicino a un tavolo da scopa, e, senza troppi preamboli, ma con il suo inconfondibile stile, gli formulò sorridendo una domanda davvero impegnativa: ‘’Alfredo, te la sentiresti di accettare, questa sera, la mia offerta di collaborazione per il prossimo campionato, indipendentemente dall’esito finale del torneo?’’. Magni, preso alla sprovvista, prima tergiversò, poi, sotto le pressioni del’ Sciur Giuan’, smanioso di poter offrire al più presto questo atto di fiducia del suo mister a giocatori, colleghi dirigenti e alla stampa, finì per accettare l’accordo di massima sulla parola.
Al ristorante “Le quattro stagioni” l’ultimo accordo tra il Sciur Giuan e Alfredo Magni
La partita a scopa subì così un brusco arresto; nessuno pensò più al ‘settebello’ e alla primiera, e le carte finirono tutte miseramente gettate sul tappeto verde. Tra le mani degli ormai ex giocatori della serata, sorpresi e stupiti per l’inaspettato evolversi della riunione, presero il loro posto calici colmi di Dom Perignon, lo champagne preferito da Cappelletti, fatti arrivare in sala da quest’ultimo con un tempismo da primatista del mondo. L’Alfredo alzò per primo il bicchiere al cielo, tralasciando così un velo di rammarico per i sogni rossoneri svaniti pochi giorni prima nel nulla, con l’annuncio ufficiale da parte dei dirigenti del Milan dell’ingaggio del collega friulano Giacomini per la loro panchina. Nel festoso atto, abbandonando anche le ultime riflessioni sulle intriganti offerte pervenutegli in settimana dall’Ascoli, dal Verona e dal Vicenza, il trainer brianzolo non mancò, con il suo humor tipicamente inglese, di far giungere comunque ai presenti una sua ironica precisazione: ‘’Sia ben chiaro che, se il Real Madrid o la Juventus dovessero farmi concrete proposte nelle prossime settimane, mi vedrei costretto a lasciare il Monza, anche in caso di promozione in Serie A della mia attuale squadra … ’’. Il ‘Sciur Giuan’ scoppiò a ridere e, con la consapevolezza d’aver messo a segno un altro colpo da 90, grandioso quanto inatteso in quel particolare momento del campionato, sorseggiò con un apprezzamento più intenso del solito il suo calice di Dom Perignon.
(Fine terza parte)
Enzo Mauri
Nella foto (ph Caprotti): Cappelletti, in visita durante un ritiro pre partita, s’intrattiene con Magni e Fontana, l’anno è il 1976.