Cazzaniga, il “Cardinale Richelieu della Brianza”, ultimo presidente a lasciarci (3a p.)

Fu proprio Aurelio Cazzaniga, nel 1975, a introdurre Adriano Galliani nell’AC Monza e, di questo, l’attuale senatore della Repubblica gliene restò sempre grato, imbastendo con lui, con il trascorrere degli anni, una grande e profonda amicizia. A causa di gravi problemi alla vista, il ‘Cardinale Richelieu’ di casa nostra, negli ultimi anni prima del decesso era impossibilitato a condurre la macchina.

 

Aurelio Cazzaniga allo stadio, sempre accompagnato in auto da Adriano Galliani

 

Ebbene, il ‘Condor’, in occasione delle partite interne dei biancorossi, con il suo autista al volante della classica auto tedesca nera, passava dall’abitazione di San Gerardo, per prenderlo a bordo e accompagnarlo, così, allo stadio, per seguire l’incontro in programma dalla tribuna vip, al suo fianco e, nell’era Fininvest, alla destra del presidente Silvio Berlusconi, nelle sue saltuarie presenze. Lo sport in generale e il calcio in particolare, oltre alla passione per l’arte moderna e per il proprio lavoro, erano le cose che più lo avvincevano. Poche ore dopo la sua morte, avvenuta il 16 giugno 2025, Adriano Galliani fu tra i primi ad accorrere nella casa in centro a Monza per portare il suo cordoglio e abbracciare sentitamente la moglie Rosanna e la figlia Chiara. Affezionato confidente di Cazzaniga, anima e mente del Rotary Centro (fu tra i soci fondatori), era anche monsignor Peppino Arosio, conosciutissimo prete monzese che, nel 1971, sposò Aurelio e Rosanna nella basilica di Agliate. I coniugi Cazzaniga hanno trascorso tutta la loro vita di coppia in centro a Monza, abitando, nei primi decenni di matrimonio, vicino al Santuario di Santa Maria delle Grazie, successivamente accanto alla chiesa di San Gerardo, dove l’arciprete locale monsignor Marino Mosconi ha celebrato nei mesi scorsi il funerale dell’anziano Aurelio. Dalla fratellanza tra il costruttore edile e il sacerdote, nacque anche la chiesa di Sant’Ambrogio (simbolico taglio del nastro avvenuto il 7 luglio 1986, in occasione del primo centenario della consacrazione della parrocchia di San Gerardo), situata nell’omonimo quartiere popolare di Monza. L’amato e mitico trainer brianzolo Alfredo Magni, riferendosi ad Aurelio Cazzaniga, ricorda sempre un simpatico e curioso aneddoto degli ‘anni magici’: “Pochi giorni dopo il mio ingaggio come allenatore del Monza, alla fine di gennaio del 1975, mentre mi trovavo in sede, ebbi, casualmente, occasione d’incrociarlo (lui, a quei tempi, era il vice presidente in carica della società biancorossa). Per prima cosa, il fidato dirigente mi guardò dritto negli occhi, poi, con un sorriso ironico, mi domandò a bruciapelo se fossi davvero capace di allenare. Conoscendolo di fama, senza esitare un attimo, trovai pronta la risposta, con una replica altrettanto graffiante: ‘’Non lo so! Comunque, nel caso dovessi aver bisogno di consigli, verrò certamente a chiederli a lei.’’. Cazzaniga, tra il serio e il faceto, non fece una piega, continuando a mantenere lo stesso spavaldo atteggiamento. Fu così che, dentro di me, sorse il dubbio di non averlo per nulla convinto sulle mie doti tecniche con quella sarcastica battuta. Ebbi la certezza di aver conquistato la sua considerazione nei miei confronti, solo, qualche tempo dopo, al termine di una bellissima gara giocata dal Monza a Como. Negli spogliatoi dello stadio lariano, a un tratto il furbo Aurelio mi prese in disparte, facendomi con un sorriso questa volta rassicurante i suoi sinceri complimenti. Significativa fu anche la sua frase di accompagnamento alle felicitazioni: ‘’Penso proprio d’averla sottovalutata nel precedente incontro in sede, bravo!’’.

 

Patrizio Sala al Torino dopo una cena tra Cazzaniga e Radice a Monza

 

Nel campionato 1974/75 Gigi Radice era allenatore del Cagliari e, a fine stagione, riuscì a conquistare con i rossoblù una non facile salvezza. Per rinforzare la squadra in vista del nuovo torneo, propose quindi alla società sarda l’acquisto del promettente Patrizio Sala, giocatore da lui conosciuto molto bene, in precedenza, a Monza. La trattativa sembrava avviata a una felice conclusione quando, a seguito di un’imprevista operazione di mercato, l’ex campione rossonero, passò inaspettatamente sulla panchina del Torino, facendo subito capire ai dirigenti granata di volere a tutti i costi nella sua futura formazione il giovane mediano, che tanto lo aveva impressionato con la maglia biancorossa. La contrattazione, piuttosto ingarbugliata, con il coinvolgimento, in ruoli diversi, del Monza, del Cagliari e del Torino, apparve subito complessa da sistemare. A questo punto, appresi per filo e per segno i termini della questione, Aurelio Cazzaniga pensò bene di entrare in gioco. Abitando a un tiro di schioppo dalla casa di Gigi Radice, nella zona di San Gerardo, in centro a Monza, il vicepresidente biancorosso, che dal 1966 al 1971 lo aveva avuto in panchina, finì per farsi invitare a cena dall’amico. Neppure il tempo di arrivare al dolce che, con una coinvolgente chiacchierata e un paio di telefonate giuste fatte partire dall’interessato commensale, Patrizio Sala diventò giocatore del ’Toro’ per la stagione entrante. Non solo, la squadra granata, forte, oltre che di Patrizio Sala di Bellusco, di altri due grandi ex biancorossi, Luciano Castellini e Claudio Sala di Macherio (tre, considerando anche il portiere di riserva Romano Cazzaniga di Roncello), nonché di un terzo brianzolo doc, Paolo Pulici, pure lui di Roncello, proprio al termine della stagione 1975/76 conquistò un sorprendente scudetto, il settimo della sua storia, giunto 27 anni dopo la tragedia di Superga. Per volere di Adriano Galliani, ai funerali dell’ex presidente, celebrati nella stessa chiesa di San Gerardo dove, in passato, era stato dato l’estremo saluto anche al super tifoso di casa Angelo Scotti, al mitico fotografo Ambrogio Caprotti e all’ex sindaco monzese Pier Franco Bertazzini, sempre particolarmente vicino alla squadra biancorossa, era presente una delegazione della società brianzola, con tanto di labaro e maglia da deporre sulla bara, con i colori biancorossi e recante posteriormente la scritta ‘Cazzaniga’ sopra il Numero 1.

 

(Fine terza parte)

 

Enzo Mauri

 

Nella foto Caprotti: Aurelio Cazzaniga con Alfredo Magni nel 1976.