
Costruiamo insieme il “Fortino Brianteo”
Caro Calcio Monza,
adesso possiamo dirlo: è finito il tempo degli alibi. L’incertezza societaria, che ha dominato i pensieri di molti a Monzello e dintorni dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, è ormai alle spalle. Le firme sono arrivate, qualcun’altra sarà ancora necessaria, ma insomma: i giochi sono fatti e possiamo dire che i bagaj sono finalmente diventati boys. Se il Monza americano sarà un sogno – come tutti ci auguriamo – è forse presto per dirlo. Va detto però che gli ingredienti per il successo, almeno sulla carta, ci sono tutti: innanzitutto, una rosa più che competitiva per la serie B, completa in ogni reparto sebbene con l’eterno cruccio di difettare di una punta capace di andare in doppia cifra. Speriamo, chiaramente, di essere smentiti dagli attaccanti biancorossi. Il mister Paolo Bianco ha definito questo Monza “una Ferrari”, ma si sa: senza benzina anche una fuoriserie non cammina. L’impressione che la sconcertante sconfitta di Avellino ha lasciato nel sottoscritto e in tanti tifosi è che appunto questo Monza sia un bolide rimasto a secco. Forse, appunto, per qualcuno è stata l’incertezza a determinare un perenne stato di spaesamento che si protrae ormai dalla primavera del 2024. Rari, in questi diciotto mesi, gli sprazzi di bel gioco e soprattutto di convinzione. Per altri, magari, la difficoltà sarà dettata dalla fatica di accettare il cambio di categoria. Comprensibile, ma non fino al punto di restare ancora a lungo in bambola. L’avvicendamento societario e la determinazione con la quale i nuovi vertici hanno indicato l’obiettivo unico della stagione – il ritorno immediato in Serie A – dovrebbero fugare dubbi e insicurezze anche dei più scettici tra i giocatori. Sei, caro Monza, in mano a professionisti collaudati: Nicolas Burdisso è un dirigente con un passato da vincente, Mauro Baldissoni è un pioniere. Non soltanto è stato il primo a portare gli investitori a stelle e strisce nel nostro calcio, ma ha dimostrato – da direttore generale giallorosso – di saper plasmare una Roma capace poi di arrivare tra le prime quattro squadre d’Europa, dopo anni trascorsi a vivacchiare sui fasti del passato. Gli alibi, dicevamo, non ci sono. E non spaventi qualche striscione comparso all’indomani della batosta subita in terra campana: è lo sfogo naturale di chi, amando questi colori, è stanco di vedere prestazioni spesso opache e scarsa voglia di calciare come si deve il pallone.
Lontano da Monza, vecchi scricchiolii
Nelle prime tre partite di questa Serie B, il Monza ha registrato tutti i risultati possibili: una vittoria, un pareggio e una sconfitta. Non è sfuggito ai più attenti che i tre punti siano arrivati in casa, mentre lontano da Monza siano tornati vecchi scricchiolii che speravamo di aver archiviato. Domani la squadra scenderà nuovamente nel campo di casa, oltretutto contro l’ultima in classifica: una Sampdoria in crisi d’identità, prima ancora che di risultati. Ecco, a noi proprio quello serve: un’identità. E allora facciamo così: trasformiamo tutti insieme lo U-Power Stadium in una fortezza inespugnabile, anzi nel Fortino Brianteo. Costruiamo una stagione in cui a battersi contro gli avversari, quando saremo in casa, siano sempre dodici giocatori. Undici sul rettangolo di gioco e uno – rumoroso e appassionato – sugli spalti. Crediamoci, ancora una volta. Perché chi ci crede combatte, chi ci crede supera tutti gli ostacoli. Chi ci crede, vince.
Alan Patarga