Il silenzio interrotto

Conclusa l’annata funesta di uno smembrato Monza, finalmente Adriano Galliani decide con una dichiarazione di uscire dal suo silenzioso nido, impenetrabile da qualsivoglia giornalista per un intero girone di ritorno e perpetrato dal collaboratore Bianchessi, quest’ultimo quasi stizzito davanti alle telecamere dell’ emittente ufficiale della serie A che attribuivano parte delle colpe a dirigenza e proprietà. Il fulmine (si fa per dire visto lo scetticismo) che apre in due il cielo nero sopra la testa del tifoso monzese: “Vogliamo risalire subito in serie A”. Ed ecco che subito ci si aspetterebbero i fatti, dopo un anno ad osservare il vuoto orizzonte contemplandone il nulla. Rinnoveranno i punti fermi? Si cercherà di affidare l’impresa a chi davvero ci tiene? Si consegnerà la panchina finalmente ad un esperto in questo genere di imprese…? E invece no, l’esperto Caldirola annuncia il suo addio ai biancorossi, sottolineandone la sua innocenza. Rinnovi agognati come quello di Izzo non vengono annunciati e ogni singolo giocatore reputato valido viene accostato a qualsiasi squadra esistente in Italia e nel mondo che non porti il nome di AC Monza. Beh, vorranno rifondare una squadra nuova, volenterosa e che aspiri a crescere insieme, gente giovane insomma…

 

Le parole di Galliani: convinzione o… specchietto per le allodole?

 

E invece no, l’unico volto nuovo a calcare Monzello ad oggi è Pedro Obiang, 33enne seconda linea del neopromosso Sassuolo. Lo sconforto sale con l’annuncio di Paolo Bianco come nuovo mister, allenatore proveniente da un’ esperienza simile a quella a cui ci stiamo approcciando, una squadra retrocessa (a testa alta e all’ ultima giornata) come il Frosinone che voleva provare la risalita rapida e che invece chiuderà con un misero 15mo posto in classifica (a soli 2 punti dai playout e al rischio del doppio salto carpiato all’ indietro). Con tutta la speranza del mondo ora viene da chiedersi se le parole di Galliani fossero l’ennesimo specchietto per le allodole o se davvero si tratti di una sua convinzione, dato che tutto si può dire del “Condor” eccetto che non conosca le dinamiche calcistiche e ciò di cui necessità una squadra per provare quantomeno a realizzare un impresa. Il tutto contornato da trattative nascoste e non entusiasmanti attorno all’ universo biancorosso, svolte lontanissime dalla luce del sole e che vedrebbero comunque ancora Galliani come punto cardine in quanto a potere decisionale in termini sportivi societari. Cosa dobbiamo aspettarci quindi? Sia chiaro che auguriamo al nuovo mister di smentirci e anche alla grande! Ma l’augurio ancora più grande che ci facciamo è che finisca questa sensazione di sbando totale e di menefreghismo societario, magari con un cambio di proprietà che rinnovi anche il parco dirigenziale, approcciandosi al tifo ed allo sport col sorriso e riaccendendo la passione del tifo monzese. Del resto, come si suol dire, “ Non può piovere per sempre” e oramai in Brianza siamo tutti zuppi…

 

Jacopo Costa