La splendida metamorfosi del nuovo Monza
Cos’è successo nell’ultimo mese abbondante? Con sei colpi d’artiglieria pesante è stata sfondata la porta dietro cui si celavano complimenti e applausi che hanno preso il posto delle feroci critiche. Sei acuti che hanno modellato la squadra, un crescendo che hanno portato al primato in classifica, legittimato da un autorevole trionfo a Pescara in cui il Monza ha mostrato una superiorità senza discussioni, dal primo all’ultimo minuto di gioco. Ci sbagliavamo, dunque, su Bianco? Lo criticavamo in tantissimi. Ecco, forse la verità sta, come spesso capita, nel mezzo. Tatticamente è cambiato davvero molto il Monza. Gli anticipi a campo aperto sono spariti, ora si provano solo se c’è un compagno pronto a rimediare l’eventuale intervento a vuoto, altrimenti si cerca di tamponare la situazione in attesa di rinforzi, la costruzione dal basso è mirata solo a sollecitare gli avversari a uscire e non più come dogma, tant’è vero che spesso, una volta fatti uscire gli avversari, sono sempre più frequenti i lanci lunghi a cercare le ali, senza avventurarsi in situazioni pericolose. I giocatori ora sono tutti al servizio di Bianco e non viceversa e, soprattutto, la ritrovata pace con Keita, che è sicuramente un lusso in serie B.
La sensazione di non essere più un feudo…
Per ultimo, ma più importante di tutti, il fatto che i giocatori si siano completamente calati nel campionato e giochino con la consapevolezza di essere superiori solo non sottovalutando nessuna palla, atteggiamento che porta a una solidità difensiva che parla con toni autorevoli: due gol subiti nelle ultime sei partite e dodici realizzati. La questione che più ci preme è, però, l’identità. Abbiamo la sensazione che ora si celebri i meriti di tutta la squadra, di tutta la società, magari celebrazioni con meno eco mediatica, più sobrie, proprio perché non si deve alimentare l’ego di qualche dirigente ingombrante pronto a prendersi tutti i meriti. Insomma, c’è la sensazione di non essere più un feudo, che il Monza sia tornato ad essere una squadra “indipendente” ma forte, come mai lo è stata in questa categoria. I giocatori che fanno la differenza, certamente, sono un’eredità della gestione della vecchia proprietà (quella generosa di Silvio, non quella austera degli eredi) ma il sacrificio di non avere venduto nessuno di importante è una scelta che ha preso la nuova proprietà, alla quale siamo grati, il giusto, senza troppe santificazioni. Ci auguriamo, confidiamo e speriamo anche che tutto ciò se lo possano permettere! Siamo, però, fiduciosi. Questa secondo noi è la cosa più importante e magari, se dovessimo tornare nella massima categoria, incontrando il Milan, Dazn non ci riproporrà più la partita del condor dove il nostro amministratore delegato dirà che non festeggerà un eventuale gol del Monza.
L’esame Cesena dopo la sosta
Ora ci sono due settimane di sosta, poi ci sarà da affrontare, probabilmente, la partita più difficile fino ad ora (Cesena) cioè quella per confermare il primato, contro una squadra che rende questa gara un autentico big match d’alta classifica. Cercheremo di essere in tanti, ci si prova, così che anche la città possa dare un segno di approvazione per quanto la squadra sta facendo. Quindi cerchiamo di riempire lo stadio , il primo posto merita un colpo d’occhio anche per le tv, oltre che per gli autori di questa cavalcata.
Francesco Aloise