Quell’ operazione nostalgia che spesso non paga…

Da quando il Monza è diventato una proprietà del Gruppo Fininvest, c’è sempre stato un filone “milanista” a influenzare la scelta degli allenatori. Zaffaroni fu sacrificato a Christian Brocchi dopo meno di un mese dall’insediamento ufficiale della nuova dirigenza. Successivamente toccò a Giovanni Stroppa, con la squadra biancorossa promossa d’ufficio in serie B a primavera del 2020 a causa della pandemia. Pochi mesi fa, dopo l’addio di Raffaele Palladino (sostituto di Stroppa e proveniente dalla squadra Primavera), ecco l’arrivo di Alessandro Nesta, terzo componente dell’operazione “nostalgia” con matrice rossonera. Senza contare gli arrivi di giocatori ex milanisti ormai vicini all’oblio (Paletta, Boateng e, soprattutto, Balotelli).

 

Una pericolosa navigazione a vista

 

Insomma, un filone nostalgico dagli esiti non sempre positivi. Ma c’è una differenza sostanziale tra Nesta e gli altri due mister con il passato a tinte rosse e nere. Brocchi e Stroppa ottennero una promozione prima di ricevere il benservito, così che la società potesse rivendicare una scelta originariamente azzeccata. Con il tecnico romano la faccenda è diversa: Nesta è arrivato tra lo scetticismo generale, in più non ha potuto certo beneficiare di un mercato “generoso”. Morale: se adesso Galliani gli dicesse “Arrivederci e grazie” significherebbe dover ammettere un errore colossale e, aspetto più importante, senza alcuna attenuante. Ma la realtà, probabilmente, è un’altra e non meno importante: non ci sono soldi da impegnare per un cambio tecnico, nemmeno per un eventuale “traghettatore” da qui a fine maggio per cercare di ottenere ciò che, al momento, appare molto ma molto difficile. Risultato: si continua a navigare a vista, pericolosamente, e con un rischio sempre più concreto di affondare…

 

Gianni Santoro

 

(Foto: G.C. Favaro)