
Valentino Giambelli, l’immagine perfetta del presidente “Made in Brianza” (5a p.)
Valentino Giambelli, bassa statura, occhiali dalle lenti spesse per far fronte a evidenti problemi di miopia, sempre elegante nel portamento, pacato nel parlare, con spiccata predilezione per il dialetto brianzolo, era (nella vita come sul lavoro), un gentiluomo, una persona sempre garbata e disponibile, mai con una parola fuori posto.
Il Monza, società seria grazie a un uomo parsimonioso dal… “braccino corto”
Grazie alla sua gestione attenta e oculata, il Monza, durante la sua presidenza, poteva vantarsi a buon diritto di essere una società seria, con i conti a posto e senza correre mai il rischio di eventuali penalizzazioni od esclusioni in campionato per problemi di bilancio. Come spesso accadeva a quei tempi ai presidenti nel mondo del calcio, c’era chi lo apprezzava a spada tratta e chi, soprattutto tra i tifosi, lo criticava aspramente. Una cosa era certa, la parsimonia non gli faceva mai difetto. Quando si parlava di lui, la definizione che da più parti ne scaturiva era quella di un uomo d’affari, intelligente, dinamico, ma … ‘dal braccino corto’. A tal proposito, raccontiamo un aneddoto risalente al termine del campionato 1987-1988 e riguardante la contrattazione tra i giocatori biancorossi e Valentino Giambelli, per la definizione del premio spettante a seguito della promozione della squadra in Serie B. Domenica 5 giugno 1988, trentaquattresima e ultima giornata del torneo: a Tortona, allo stadio ‘Fausto Coppi’, il Monza di Piero Frosio, composto da tanti ragazzi di belle speranze e da tre veterani del calibro di Saini, Fontanini e Bolis, batte il Derthona 1-0 e conquista il passaggio tra i ‘cadetti’. Dopo i rituali baci e abbracci negli spogliatoi, i giocatori decidono, come da prassi, di chiedere al loro presidente il premio per la promozione, neppure ipotizzato a inizio stagione, viste le incerte aspettative. Valentino Giambelli, per nulla turbato dalla richiesta, organizza quindi su due piedi un incontro nel suo ufficio di Vimercate per le ore 14 del giorno seguente. Vuole solamente la presenza di una delegazione della squadra, comprendente Fulvio Saini e due altri calciatori a libera scelta del capitano.
Quell’incontro durato quattro ore con il presidente Giambelli, per il premio “promozione”
Il trio, particolarmente baldanzoso, arriva puntuale all’appuntamento del lunedì pomeriggio e il ‘Pres’, notoriamente poco munifico e, da buon brianzolo, per nulla propenso, per natura, a sborsare considerevoli compensi in ogni situazione, dopo qualche breve parola di circostanza, fissa subito la cifra che è disposto a elargire. Questa, con altrettanta immediatezza, viene però giudicata bassa e inadeguata dalla controparte, pronta a rilanciare, senza la benché minima esitazione, quasi si trattasse di una partita a poker. Nasce quindi un’asfissiante contrattazione, tra i bonari sorrisi del padrone di casa e le imploranti richieste di accettazione della loro proposta, da parte di Saini e compagni. Il capitano si dimostra solerte anche nell’elencare tutte le cose belle messe in mostra nel corso dell’annata dalla formazione promossa, buon ultima la finale di Coppa Italia, con la partita d’andata in programma a distanza di due giorni a Palermo, ma senza ottenere validi risultati pratici. Morale della favola: alle ore 18, sfiniti e molto delusi, i tre malcapitati decidono di lasciare l’ufficio di Giambelli, rimasto irrimediabilmente fermo sulla sua cifra iniziale. A conferma della ben nota fama e a dispetto delle ‘istanze’ del trio, il presidente non aggiunse infatti neppure una misera lira a quanto da lui stesso formulato all’inizio dell’incontro. A Saini e compagni, dopo ben quattro ore di pur pacate e cortesi discussioni, non restò quindi che fare mesto ritorno a casa con le pive nel sacco, pensando solo all’imminente trasferta di Coppa Italia in Sicilia.
(Fine quinta parte)
Enzo Mauri
Nella foto: Giambelli che gli ex allenatori biancorossi Frosio e Trainini in occasione di una partita tra “vecchie glorie”