Il “terzo tempo” di Roberto Anzolin

Arrivò a Monza al tramonto di una carriera da incorniciare. Tramonto, si badi bene, non crepuscolo: Roberto Anzolin, portiere nato a Valdagno (provincia di Vicenza) nel 1938, aveva ancora tanta voglia di giocare quando, nell’estate del 1973, la società biancorossa decise di ingaggiarlo. L’allora presidente, Giovanni Cappelletti, al timone del sodalizio da pochi mesi, aveva l’ingrato compito di dover rifondare la squadra dopo l’infausta e per certi versi incredibile retrocessione in serie C (“suicidio” perfetto alla penultima giornata allo stadio Sada, 0-3 inflitto da una tranquilla Reggiana, e altra sconfitta a Bari, 3-1, nell’epilogo del campionato). Cappelletti vuole una squadra di giovani, ma con qualche giocatore esperto a fare da “chioccia”. Uno di questi è proprio Roberto Anzolin, 35 anni, che si prende subito il posto di titolare tra i pali, mentre alle sue spalle il giovanissimo Marziano Colombo (20 anni) studia le gesta del grande collega e prende appunti.

 

L’esperienza alla Juventus

 

Sì, perché Anzolin era proprio un “grande”: dopo aver cominciato la carriera nella squadra della sua città, il Marzotto Valdagno, il portierone dal baffo… sensuale gioca nel Palermo per due stagioni (la prima in serie B, la seconda in A), poi viene tesserato dalla Juventus dove giocherà dal 1961 al 1970, per un totale di 230 partite. Quando la società bianconera decide di cambiare “guardiano” della porta, Anzolin ha 32 anni, ma di appendere le scarpette al chiodo proprio non ne vuole sapere: una stagione all’Atalanta, altre due al Vicenza, gli anni diventano 35 e… un pensierino all’addio al calcio gli balena per la mente, questa volta. Una mattina però squilla il telefono, nella casa di Valdagno: è Giovanni Cappelletti, che senza troppi giri di parole gli dice “Vieni a giocare nel Monza, ci serve proprio uno come te!”. Anzolin si prende un giorno di riflessione, poi accetta. Per lui è come una seconda giovinezza: mister Gino Pivatelli lo promuove subito titolare, e nella prima stagione gioca quasi sempre, conquistando la Coppa Italia Semi prof. (vittoria del Monza sul Lecce in finale a Lucca).

 

I suoi primi 40 anni… ancora in campo!

 

Nel secondo anno, Anzolin parte ancora titolare ma, strada facendo, i due allenatori (prima Mario David, poi Alfredo Magni) gli preferiscono spesso il giovane Colombo, e il portierone accetta da vero professionista l’alternanza, senza battere ciglio. A fine stagione (1975) le strade tra il Monza e Anzolin si dividono, ma l’estremo difensore ha ancora voglia di calcio e decide di continuare a giocare. Gli anni sono ormai 37, ma il fisico e lo spirito sono quelli di un ragazzino. Gioca una stagione con il Riccione e due con la maglia dello Junior Casale. Nel 1978, a 40 anni, sente che il momento dell’addio è arrivato anche per lui. Tuttavia sei anni dopo (1984) ci sarà un autentico colpo di scena: il Valdagno, squadra da cui era partita la sua encomiabile carriera, gli chiede quasi in ginocchio di tornare a giocare, per sostituire il portiere titolare alle prese con una fastidiosa e persistente malattia. Anzolin fa come Garibaldi e risponde “Obbedisco!”: un’ultima passerella, prima di intraprendere la carriera da allenatore. Che purtroppo per lui, non sarà altrettanto fortunata, limitandosi a squadre venete dilettantistiche. Muore il 6 ottobre 2017 all’età di 79 anni.

 

Gianni Santoro

 

Nella foto Caprotti: Roberto Anzolin con il presidente Giovanni Cappelletti